Si è chiusa la diciannovesima edizione del Mestre Film Fest caratterizzata dalla presenza in concorso di opere di ottimo livello provenienti da tutto il mondo. Nell’ambito della manifestazione il Cinit Cineforum italiano ha assegnato il Premio VideoforKids a “Friendzone, bloccati in un’amicizia” (Italia, 2016, 10′) dell’Istituto Niccolò Machiavelli di Pioltello (MI) premiato dalla giuria formata da Anna Gimma (presidente) , Silvia Cappelletto e Valentina Zocca con la seguente motivazione “Per aver saputo raccontare un divertente ma vivido scorcio della vita degli adolescenti di oggi e per essere una leggera ma onesta rappresentazione della confusione e delle difficoltà delle prime scoperte relazionali e amorose, Friendzone è riuscito a parlare di temi quotidiani con grande ironia, ma senza banalità. Lo storytelling è coinvolgente ed è facile immedesimarsi nei panni dei teenager per i quali la parola “friendzone” è diventata ormai riassunto di una serie di situazioni tragicomiche rese nel corto in modo chiaro grazie all’utilizzo di tecniche di ripresa e montaggio dinamiche e coerenti. L’impronta dei ragazzi, il loro tono, il loro punto di vista emerge quasi spontaneo dalle riprese e dai dialoghi e il lavoro risulta piacevole, divertente e originale”La giuria ha anche assegnato una menzione speciale a “ Cosa dell’altro mondo”dell’Istitututo Comprensivo di Castello di Serravalle così motivando “Il corto tocca argomenti attuali in modo divertente e adatto all’età dei piccoli attori. Riesce a far passare un messaggio chiaro sulla realtà attraverso l’espediente di un viaggio onirico, accendendo l’immaginario dello spettatore. La recitazione è naturale e credibile nonostante la giovane età dei ragazzi”. La giuria della sezione Short Stories composta da Giuseppe Boles e Francesco Antonini, ha assegnato il premio al miglior cortometraggio internazionale a “The Boy by the Sea” (Paesi Bassi, 2016, 6’56”) di Vasily Chuprina. In pochi minuti il regista è riuscito a condensare poesia e tragedia che attraverso un improbabile mano nella mano sembrano lasciarsi accarezzare dalle musiche come dai rumori della natura. Il leggerissimo sciabordio delle onde, l’acuto di qualche gabbiano solitario entrano direttamente nelle note trasformandosi essi stessi in colonna sonora. Ma soprattutto l’assenza di qualsiasi altra voce che non sia quella dei due protagonisti. Non ci sono passanti, sirene di navi o altro che possa in qualche modo disturbare il dialogo dei due attori. Una assenza pesante che innalza il loro scambio di battute verso l’assoluto. Perché nulla deve coprire il significato delle parole che i due pronunciano. Solo il silenzio permette alla parola di trasformarsi in monito. Ed è esattamente un monito ma poetico quello che esce dalle labbra di questo bambino diventato adulto prima del tempo ( infatti non è lui a piangere. A versare lacrime sono la madre e la sorella).