WALT DISNEY ALLO SPECCHIO, UN SOGGETTO INEDITO DI ANTONIONI E UN’ANALISI ESAUSTIVA DEL FAUST DI SOKUROV NEL N. 171 DI CABIRIA STUDI DI CINENMA, IN LIBRERIA DA AGOSTO

WALT DISNEY ALLO SPECCHIO, UN SOGGETTO INEDITO DI ANTONIONI E UN’ANALISI ESAUSTIVA
DEL FAUST DI SOKUROV NEL N. 171 DI CABIRIA STUDI DI CINENMA, IN LIBRERIA DA AGOSTO

Il n. 171 di Cabiria Studi di Cinema dedica ampio spazio alla produzione che porta a Walt Disney , tuttora
talmente vasta, variegata e attiva (a quarantasei anni dalla sua dipartita!) che i contributi
risultano necessariamente contenuti rispetto alla mole cui ci si trova davanti, documentata per
quel che riguarda la distribuzione della produzione Disney in Italia nell’arco di tempo che va dal 1938 al
2000 dalla filmografia italiana il più possibile completa con tanto di cortometraggi , documentari e
riedizioni raccolta in “Stagioni cinematografiche Walt Disney Italia 1938-2000” a cura di Nunziante Valoroso,
frutto di due anni di ricerche nelle “Borse Film” del Giornale dello Spettacolo, nell’archivio del quotidiano
“La Stampa” e di trent’anni di appassionato collezionismo. Accanto al contributo di Valoroso
“Le confessioni di un disneyano” a firma del direttore Marco vanelli, e gli “Appunti sull’animazione Disney
e l’estetica del tridimensionale”di Marco bellano. Tanti spunti di riflessione e stimoli di approfondimento
per guardare o riguardare con più attenzione quei cartoni animati venerati o bistrattati con
altrettanta superficialità. E ripensare a Disney, «il pioniere del gusto di massa nel senso peggiore
del termine» (Pasolini) o colui che «si colloca là dove si collocano il senso delle stagioni, Chaplin, il Natale,
la neve […], un poeta e un artista che univa (beato lui) il senso degli affari» (Fellini). E ancora: «Disney è,
molto semplicemente, “al di là del bene e del male”. Come il sole, come gli alberi, come gli uccelli, le anatre,
i topi, i cerbiatti e i piccioni che attraversano il suo schermo. E perfino in misura maggiore di Chaplin»
(Ejzenštejn). E anche: «L’unico regista che invidio è Walt Disney. Ha il cast migliore che si possa avere e se
qualche attore non gli va a genio lui semplicemente lo “strappa”» (Hitchcock). Oltre gli stereotipi e
i preconcetti, si da ovviamente spazio ai valori espressi dalla sua produzione, ai risultati artistici raggiunti, e
nel già citato saggio di Bellano alla tendenza dei suoi personaggi di carta a incarnarsi nella terza dimensione.
A completare il numero trovate un soggetto inedito di Michelangelo Antonioni dedicato al Carnevale di
Rio presentato da Simone Starace e un’analisi di Massimo Tria veramente esaustiva del Faust di Sokurov
che chiude la “tetralogia del Potere” del regista russo.

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