La proposta dell’Archivio Carlo Montanaro per il Carnevale collega il più antico modo di riprodurre immagini (“segni”) con l’idea stessa della narrazione. Parliamo, infatti di “silhouettes”. In una Mostra nella sede de La Fabbrica del Vedere (Cannaregio 3857, fermata Ca’ D’Oro) si potranno ammirare giochi realizzati con i materiali più diversi con particolare riferimento alla carta, facilmente manipolabile o assemblabile. Vengono dalla Grecia, dalla Turchia, dall’Indonesia, da Giava, in particolare, pare, dalla Cina, ma sono anche europei, costruiti in legno, pelle di vari animali, zinco (facile da ritagliare e manipolare). Spesso sono opachi ma ancor più spesso semitrasparenti, dai colori sgargianti e perfino articolati. Nell’800, venivano anche,impiegati, al Cabaret Chat Noir di Parigi, nella satira politica. Da venerdì 10 febbraio ore 17 fino a domenica 26 febbraio alla Fabbrica del Vedere sarà, quindi, possibile prendere visione degli “strumenti” otto/novecenteschi azionati da grandi e piccini. Ingresso dalle 17 alle 19 su prenotazione (t. 3474923009). L’utilizzo di carta e/o cartoncino ha reso poi possibile dar vita a quelle ombre con la medesima tecnica del cinema di animazione. Sabato 18 febbraio alle 17.30 presso La Casa di The Human Safety Net alle Procuratie Vecchie (ingresso libero da prenotare su visit@thehumansafetynet.org) sarà, invece, riproposta la collaudata collaborazione con il maestro Lorenzo Liuzzi nell’abbinamento “muto + musica”. Si inizierà con Tony Sarg, di professione burattinaio ed esperto di attrazioni per Luna Park. Di lui vedremo come si realizzavano I film nella… preistoria (The original Movie, 1922, 7’40”). Recupereremo poi un’opera straordinaria costata in Germania, più di due anni di lavoro (1923 – 1926), con il primo, sopravvissuto, lungometraggio d’animazione. Die abenteuer des Prinzen Achmed (Le avventure del principe Achmed) frutto di una rielaborazione dei racconti de Le mille e una notte operata dalla stessa realizzatrice, Lotte Reinigher già attrice che aveva scoperto intorno al 1919 di possedere una grande abilità nel ritaglio della carta e nella ricostruzione della verosimiglianza dei movimenti tramite una cinepresa a passo uno collocata verticalmente con un’attrezzatura artigianale messa a punto da lei stessa. Il film, che splende per imbibizioni e viraggi, avrà la traduzione in italiano delle didascalie e dura 66 minuti. E per concludere una straordinaria riduzione visiva dell’aria più famosa del Flauto Magico di Mozart, che appartiene alla fase maturazione di Lotte Reiniger e quindi è già sonora. Papaceno (11′), del 1935.
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fabbricadelvedere.it
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