Un numero speciale di All’Archimede e una  mostra per ricordare Carlo Naya, fotografo e imprenditore della Venezia ottocentesca

Lunedì 29 giugno 2020, alle  17.00 a  Venezia nell’ Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti Campo S. Stefano è in programma la presentazione del  numero speciale del periodico All’Archimede dedicato a Carlo Naya, nella città lagunare primo fotografo di dimensione industriale in una realtà  ricca di fermenti, presto sfociati in polemica competizione. Introducono Gherardo Ortalli, Presidente dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Carlo Montanaro direttore de All’Archimede: sono previsti interventi di Alessandro Rizzardini, che ricostruirà, basandosi su documenti ufficiali, il percorso di vita di Naya e della seconda moglie Ida Lessiak, poi erede delle sue raccolte e Massimo Stefanutti, avvocato specializzato nel diritto d’autore delle immagini (photography lawyer), che approfondirà tre dei processi intentati da Naya su plagi e pirateria contro colleghi ed ex amici, aprendo una strada che continua a non dare certezze legislative.

Ingresso contingentato (nel rispetto delle misure di distanziamento vigenti) esclusivamente su prenotazione, da effettuarsi scrivendo all’indirizzo email info@fabbricadelvedere.it (52 posti disponibili). La pubblicazione è edita dall’Archivio Carlo Montanaro, affiliato al Cinit Cineforum Italiano. A seguire alle 18 inaugurazione nel  piano terra espositivo di Palazzo Loredan, altra sede dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, della mostra Fotografo e imprenditore. Carlo Naya nella Venezia (ottocentesca) dei chiari di luna, curata da Carlo Montanaro, a testimoniare una Venezia splendidamente e straordinariamente deserta, dato che la tecnologia della nascente fotografia a metà ‘800 non consentiva di fissare elementi in movimento.

Nella mostra allestita a Palazzo Loredan, tratta dall’Archivio Carlo Montanaro, viene esposta una significativa selezione  dei molti modi in cui a metà ‘800  si è diffusa la fotografia, dalle riproduzioni di quadri celebri, ai paesaggi cittadini (che, in parte, sostituirono  pitture o grafica), “ricordi di Venezia” per i già molti visitatori stranieri tra il curioso e l’incantato.

Vari sono i formati in mostra, dalle piccole ed economiche “carte de visite”, per arrivare agli imperiali, straordinarie stampe di grande formato che con doppie esposizioni e colorazioni monocrome diventarono i “chiari di luna”,la rievocazione romantica di una città senza tempo, oltre che una sorta di marchio di fabbrica di Naya e del suo staff, con a capo Tomaso Filippi. Ma non potevano mancare le “stereoscopie” visibili anche tramite la riproduzione in anaglifo, e le vedute spettacolarizzate come “il giorno e la notte” per aletoscopio, uno strumento inventato da  Carlo Ponti, già amico e concorrente, e da Naya, seppur legittimamente, “copiato”.

La mostra – costruita anche con materiali della biblioteca dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti, e dagli archivi Mander, Stefanutti e Turio, e realizzata con la collaborazione di Antonello Satta e Francesco Barasciutti – è visitabile di lunedì, martedì e mercoledì, dalle 9 alle 17, fino al 29 luglio (ingressi contingentati, con mascherina, nel rispetto delle misure di distanziamento vigenti).

Mostra

FOTOGRAFO E IMPRENDITORE. CARLO NAYA NELLA VENEZIA (OTTOCENTESCA) DEI CHIARI DI LUNA

30 giugno – 29 luglio 2020,

Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti

Palazzo Loredan, Campo S. Stefano, Venezia

Apertura: lunedì, martedì e mercoledì, dalle 9.00 alle 17.00