A pochi giorni dal 25 novembre, Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, si è conclusa la Terza Edizione del CittadellaGeoFilmFestival “Speciale 800 anni”, una manifestazione internazionale curata da Rocco Cosentino e durata un anno, che ha ricevuto oltre 5.600 film da 70 paesi nel mondo, ricevendo decine di migliaia di voti per i progetti in concorso.
Tra le opere premiate con il “Golden Earth” nella categoria “MIGLIOR FILM AL FEMMINILE NATURA MADRE”c’è il cortometraggio “I sogni sospesi”, diretto e cosceneggiato da Manuela Tempesta, Presidente del Cineforum “Anna Magnani” di Roma, aderente al CINIT.
Il cortometraggio, che dura circa 12 minuti, è stato presentato nel 2019 durante il Festival di Venezia, riscuotendo un ottimo riscontro tra pubblico e stampa. In precedenza, era stato selezionato da alcuni Festival internazionali, come il Social World Film Festival, l’Ischia Global Film Fest e il Respect Human Film Festival di Dublino. Inoltre, era stato proiettato a Roma al cinema ‘”Apollo 11″ e nello spazio dell'”Isola del Cinema”.
Il corto – che è stato sostenuto dal Cineforum Italiano – racconta una storia di violenza tra le mura domestiche, narrando con poesia e delicatezza la storia di Marlène (interpretata da Melania Dalla Costa), un’inquieta artista francese che dipinge con il corpo nudo ed è fuggita dal suo paese d’origine insieme a sua sorella Sophie(interpretata da Francesca Luce Cardinale).
Il corto si apre con la voce-pensiero della protagonistaMarlène, che dipinge in modo tumultuoso una tela bianca in un mulino abbandonato. Le sue parole cercano di mettere insieme tante emozioni e paure, evocando i frammenti di un oscuro passato.
Marlène condivide con sua sorella Sophieun grande segreto: le due donne, forti e coraggiose, lo custodiscono nel silenzio dei loro sguardi, mentre si nascondono in un luogo abbandonato, dove mangiano ciò che trovano e si lavano nel fiume.
Una mattina, però, i drammatici ricordi riemergono nella mente di Marlène e la verità si fa strada attraverso la voce della protagonista, rivelando che è stata vittima di una brutale violenza fisica proprio dal suo più grande amore ed è riuscita a salvarsi solo grazie all’aiuto di Sophie. Eppure, il passato sembra non volerla lasciare in pace e torna a cercarla… Fino a quando il marito di Marlène (interpretato da Giovanni Maria Buzzatti) entra nel mulino e aggredisce di nuovo Marlène, ma questa volta pagherà per tutto il male che ha fatto…
Alla fine, Marlène s’immerge nello stesso fiume in cui ha cercato di togliersi la vita, cercando di ritrovare se stessa.
Questo cortometraggio, profondo e di grande impatto visivo, s’inoltra tra le pieghe di un tema che, purtroppo, da alcuni anni è salito alla ribalta della cronaca, ovvero “la violenza sulle donne”, sul quale l’opera di Manuela Tempesta vuole far riflettere il pubblico.
La regista, tra l’altro, è impegnata personalmente in questa battaglia, che riguarda ogni tipo di mobbing, molestia e disuguaglianza verso il genere femminile. Per lei “non si può ricordare la violenza sulle donne solo il 25 novembre. La lotta deve riguardare tutti, ogni giorno della nostra vita. Dobbiamo unirci per sconfiggere questa piaga sociale”.