Il 22 gennaio alle ore 17.00 si parlerà di un mediometraggio di animazione ambientato nella Berlino a cavallo tra la Repubblica di Weimar e i cupi anni del Terzo Reich
L’iniziativa
Le luci e i colori dei ruggenti anni ’30 berlinesi, il problema dell’identità di genere durante i drammatici anni della dittatura nazista sono al centro di “Butterflies in Berlin”, il mediometraggio di animazione di Monica Manganelli, presentato ai più importanti festival internazionali, dove ha ottenuto numerosi riconoscimenti. Venerdì 22 gennaio alle ore 17.00 ci sarà un incontro in streaming organizzato dal CINIT-Cineforum italiano in collaborazione con il Circuito Cinema del Comune di Venezia nell’ambito delle iniziative per la Giornata della Memoria. Interverranno la regista Monica Manganelli, il vicepresidente CINIT Alessandro Cuk e i collaboratori di Circuito Cinema Venezia Paolo Dalla Mora e Davide Terrin.
L’incontro sarà trasmesso venerdì alle ore 17.00 sulla pagina facebook di Circuito Cinema Venezia. Dal 22 al 29 gennaio si potrà richiedere gratuitamente, al CINIT (info@cinit.it) o direttamente alla regista (monica.manganelli77@gmail.com), il link per la visione del film “Butterflies in Berlin”.
Il film
L’inquadratura iniziale ritrae uno dei luoghi simbolo della ‘nuova’ Berlino, il Memoriale dell’Olocausto nel quartiere di Mitte. Una giovane giornalista riceve un diario con la storia di Alex, giovane transessuale vissuta a cavallo tra la Repubblica di Weimar e il Terzo Reich. Con un flashback lo spettatore si ritrova nella Repubblica di Weimar. Alex arriva nella capitale ed è subito affascinato dalle atmosfere di strade e i cabaret della vita notturna berlinese. Si riconoscono luoghi simbolo di Berlino come Alexanderplatz e locali storici come il Wintergarten. Incontra il dottor Magnus Hirschfeld, pioniere nel campo degli studi sul transessualismo. Grazie al medico, Alex diventa Alexandra e incomincia una nuova vita. Tutto questo, però, avviene mentre Adolf Hitler sale al potere. Il progetto del Fuhrer di eliminare la razza ebraica e gli elementi ‘diversi’ della società impone ad Alexandra di “scendere a patti con le sue radici e il suo senso di responsabilità per salvare delle vite”.<< Il lavoro affronta un periodo della storia molto complicato in cui la diversità era vista come un aspetto da eliminare completamente – spiega Monica Manganelli – La storia della trasformazione di un uomo è narrata attraverso 4 passaggi che descrivono il suo cambiamento fisico e spirituale. Quattro come le fasi della metamorfosi della farfalla: uovo, bruco, pupa e adulto».
L’animazione
Nel film vengono utilizzate varie tecniche di animazione, 2d e motion graphic, che si fondono anche con immagini reali. Tutti i set e i personaggi sono stati realizzati dalla regista che ha voluto ambientare il film durante la Repubblica di Weimar perché «è sicuramente una delle epoche visivamente ed esteticamente più interessanti». I meravigliosi ambienti in cui si svolge il film non sono, però, tutti frutto della mente della regista. Molti di essi sono i risultati di una ricerca d’archivio grazie alla quale la Manganelli è riuscita a trovare foto d’epoca che sarebbero servite alla realizzazione del film. L’aspetto visivo, fondamentale nel film, accompagna il tema dell’identità di genere e della diversità.