La rassegna si inserisce nella consueta attività di Spaziocineforum in collaborazione con Apulia Film Commission, caratterizzata dalla ricerca sugli aspetti linguistici della cultura cinematografica.
L’assunto della presente proposta parte dalla domanda programmatica, se cioè sia da ritenersi possibile l’individuazione di strutture costanti nella nostra cinematografia nazionale tali da consentire – per approssimazioni successive – l’identificazione di un vero e proprio canone cinematografico specifico.
Il canone cui solo si può fare riferimento per la ‘giovane’ arte cinematografica nazionale, proposta da considerare comunque ‘aperta’, nasce come forma equivalente del concetto di canone letterario, che si può ritenere già in qualche modo identificato. Tale parallelismo è ritenuto, almeno in linea teorica, praticabile in quanto da un lato la produzione cinematografica sin dalle origini è stata ispirata – nella prevalenza delle opere – dalla narrazione letteraria; e perché tale produzione ha mantenuto nella maggioranza dei casi un rapporto con il corpo sociale (destinato ad esserne anche il fruitore) tale da diventarne una delle più essenziali forme interpretative.
In sintesi, e sempre in riferimento parallelo all’opera letteraria, la domanda è se sia legittimo il riferimento di un’esperienza estetica attuale ad un modello “classico” che la ha descritta in forma sublime, e quindi in un certo senso l’ha istituita.
In altri termini se – sul versante letterario – possiamo chiederci:
«…quel modo di pensare, che è la lingua letteraria di una nazione, quel modo irripetibile e unico, dovremmo lasciarlo dietro di noi? Oppure se quando sono o mi sento solo, ad esempio, so che la mia solitudine si trova originariamente in un concetto di Petrarca (XXXV; Solo e pensoso) ed è al tempo stesso intima e musicale»
[G.Ficara, Lettere non italiane – Mi. 2016]
allora – sul versante cinematografico – possiamo pensare che, per esempio, l’esperienza di una solitudine contemporanea, vissuta tra delusione esistenziale ed emarginazione sociale, sia riferibile direttamente al modello Umberto D. (De Sica, 1952).
È proprio a partire da questa formulazione (ripetere un contenuto per mezzo di lievi variazioni linguistiche equivalenti) che si intende proporre una prima serie di esperienze cinematografiche contemporanee, riferite a modelli classici universalmente riconosciuti tali. In pratica – e in ambiti espressivi opportunamente scelti – si intende collegare un’opera classica ad opere filmiche attuali che possano riprodurne i contenuti, ma con l’uso di linguaggi innovativi. La scelta si propone per due ambiti specifici della storia del cinema italiano, individuati con il cinema del Neorealismo e quello della Commedia all’italiana. Le due selezioni comportano la scelta di un classico e tre film di produzione contemporanea, quali sue possibili parafrasi, per un totale di otto incontri consecutivi.
Vien fatto di sottolineare che la riproposizione dell’opera classica, di riferimento per la terna attuale, consente comunque una riflessione critica sulle forme istitutive della nostra cinematografia, con la possibilità che le tesi da essa veicolate possano essere confermate o smentite dalle nuove interpretazioni della realtà attraverso il cinema.
Programma proiezioni
24 ottobre Viaggio in Italia di Roberto Rossellini (It. 1953)
31 “ Le ultime cose di Irene Dionisio (It.2016)
8 novembre(merc) Dove cadono le ombre di Valentina Pedicini (It.2017)
14 “ L’intrusa di Leonardo di Costanzo (It.2017)
21 “ La ragazza con la valigia di Valerio Zurlini (It.1961)
28 “ Seconda Primavera di Francesco Calogero (It.2016)
5 dicembre Cinema grattacielo di Marco Bertozzi (It.2017)
12 “ Orecchie di Alessandro Aronadio (It.2017)