La sfinge Mario Corso in un’intervista ad Antonioni pubblicata su Cabiria

E’ morto nei giorni scorsi Mario Corso, centrocampista della mitica Inter di Helenio Herrera  annoverato fra i calciatori italiani di maggio estro e fantasia di sempre. Anche di Mario Corso si è parlato in Cabiria Studi di Cinema, il quadrimestrale edito dal Cinit Cineforum Italiano. Accadde due anni fa nel n. 189  del maggio agosto 2018 in chiusura dell’Appendice di un denso laboratorio dedicato a Michelangelo Antonioni. Fra i materiali dimenticati il direttore di Cabiria Marco Vanelli ha pubblicato la trascrizione di un’intervista per la trasmissione sportiva Spritz tramessa il 23 marzo 1965 sul Secondo Canale della Rai. L’argomento è infatti la mezz’ala dell’Inter e della Nazionale, personaggio contraddittorio e a suo modo misterioso tanto da meritare come titolo della rubrica La sfinge Corso. Oltre ad Antonioni ospite del giornalista Antonio Ghirelli è Diego Fabbri. Entrambi parlano del calcio e del giocatore con grande competenza e moderata passione. Non mancano gli ennesimi richiami all’incomunicabilità, divenuto ormai un’argomento scontato, e l’interesse, per il regista, non tanto per lo sport in sé, quanto per il mondo degli sportivi, per i ritiri, da osservare di nascosto con le modalità del cinéma verité. Curioso, poi, il paragone che viene fatto fra gli allenatori e certi produttori “che appena si ritrovano fra le mani un regista che dimostra di avere, non so, un estro che esce dalle loro prospettive subito si spaventano, diffidano”. Chissà che Antonioni non volesse mandare una stoccata a Diego Fabbri, lì presente, che era stato produttore, per la Film Costellazione del suo “I vinti” e col quale non mancarono motivi di discussione durante la realizzazione del film…

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