Un programma intenso a Nova Gorica per la rassegna “Oriente e Occidente – La frontiera tra cinema e storia”. Si è iniziato con la proiezione del film sloveno “Sulla propria terra” (1948) di France Štiglic che è stato presentato da Špela Čižman, conservatrice della Cineteca slovena di Lubiana.
Poi c’è stato un panel denominato “Oriente e Occidente: la corsa per i confini”, a cui hanno partecipato Jože Pirjevec, storico e consulente scientifico per il Centro di Ricerca di Capodistria e Federico Tenca Montini del Dipartimento di scienze politiche e sociali dell’Università di Trieste.
Ma l’incontro più interessante della giornata è stato quello condotto da Dunja Jelenković, storica e ricercatrice, responsabile del progetto CBA Trieste, nata a Belgrado ma che vive tra Parigi e Venezia. Un progetto finanziato dal Programma di ricerca e innovazione dell’Unione Europea: Horizon 2020 – Marie Sklodovska-Curie Action e che riferimento all’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Dunja Jelenković ha condotto una lezione su “La battaglia cinematografica per l’Adriatico: film, frontiere e la crisi di Trieste”. Si tratta di uno studio, ancora in fase iniziale, ma che ha l’obiettivo di confrontare la produzione cinematografica di Italia e Jugoslavia del periodo 1945-1954 con quella contemporanea di Italia, Slovenia e Croazia. In questa evoluzione si può vedere come la narrazione degli eventi ha numerose modificazioni dal periodo della guerra fredda alla successiva società post-comunista.
Nel programma presentato da Dunja Jelenković ci sono una selezione di sequenze, tra cui spicca il celebre cinegiornale “Pola addio” della Settimana Incom che nel 1947 documenta in maniera efficace l’esodo degli italiani dall’Istria. Un esodo sancito dal Trattato di Pace di Parigi del 10 febbraio 1947.