“IL SETTIMO SIGILLO” DI INGMAR BERGAM SARA’ PROIETTATO MERCOLEDI’ 5 SETTEMBRE NELLLA SEDE DELLA DELEGAZIONE DI VENEZIA DELL’ORDINE DI MALTA

“IL SETTIMO SIGILLO” DI INGMAR BERGAM SARA’ PROIETTATO MERCOLEDI’ 5 SETTEMBRE NELLLA SEDE DELLA DELEGAZIONE DI VENEZIA DELL’ORDINE DI MALTA

 

L’evento nell’ambito di un incontro di cinema e cucina promosso dall’associazione Pane e Cinema, aderente al Cinit, a palazzo Malta, sede del Gran Priorato di Lombardia e Venezia –Castello 3253, a margine della 69° Mostra del Cinema di Venezia La partecipazione alla manifestazione avviene su prenotazione: chi fosse interessato può rivolgersi allo 049/8062444 email Segreteria@lacittadella.biz o allo 041/2410027 email info@smomve.it Alla serata, con inizio alle 19,30, interverrano a presentare film e il senso dell’evento, Mons. Ferme dell’Università di Oxford e il Prof. Fabrizio Borin dell’Università Ca Foscari di Venezia (che da poco ha pubblicato un saggio sul Settimo Sigillo di Bergman). La pellicola inizia con una frase tratta dall’Apocalisse di San Giovanni: “Quando l’agnello aperse il settimo sigillo nel cielo si fece un silenzio di circa mezz’ora e vidi i sette angeli che stavano dinnanzi a Dio e furono loro date sette trombe”.L’attore Max Von Sydow interpreta il Cavaliere Antonius Blok che torna dalle crociate in Terra Santa assieme al suo scudiero.Un Cavaliere stanco e deluso, demotivato e silenzioso.Nel suo viaggio verso casa, attraversando una Danimarca dove imperversano peste e disperazione, incontra numerose persone le quali, prese dalla paura della morte, si sottopongono a violente pratiche per l’espiazione dei propri peccati, ed altri che inseguono gli ultimi piaceri prima della fine. Il Cavaliere si imbatte in una famiglia di saltimbanchi, padre, madre e un bambino, ingenui e puliti; in un maniscalco vessato da una moglie sempre irrequieta e in una donna silenziosa e sofferente. Ma soprattutto incontra La Morte (l’attore Bengt Ekeroth), che vuole prenderlo.Il Cavaliere per prendere tempo sfida al gioco di scacchi la morte, per riuscire a rimanere in vita finchè durerà la partita, anche se si conosce già il vincitore: la Morte appunto.Alla fine la morte vorrebbe ghermire tutti quanti, ma Antonius lascia la possibilità alla morte di modificare la disposizione dei pezzi sulla scacchiera colpendola accidentalmente e dando così la possibilità di salvarsi alla Famiglia che lo ha aiutato a ritrovare la Fede e l’unione verso Dio.Il regista non vuole mettere in risalto il tema del trapasso, ma ci vuole presentare il rapporto tra l’Onnipotente e l’uomo davanti alla fugacità della vita, attraverso il percorso del protagonista cavaliere che dovrà confrontarsi con la disperazione e la paura degli uomini per la Morte, un timore che è anche visto come sinonimo della mancanza di Fede.

 

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