E’ IN LIBRERIA IL NUOVO NUMERO DI CIEMME

 

 

In questo numero… 
 

 

…torniamo su Charlie Chaplin, in quanto abbiamo raccolto un certo numero di testimonianze dimenticate che rivestono grande curiosità e aiutano a comprendere ancora meglio il genio di quell’uomo, oltre a rivelare quanto importante egli fosse considerato dalla stampa italiana nel periodo fra le due guerre. Ecco perciò che il Laboratorio è dedicato a lui, con delle Spigolature chapliniane, tra le quali anche la rarità del pressbook italiano di Tempi moderni


 

 

 

A seguire tre saggi nella sezione Analisi.

 

 

Il primo è  la traduzione esclusiva per l’Italia del secondo capitolo del volume della docente anglosassone Melanie J. Wright (Department of Religious Studies Open University, Milton Keynes), Religion and Film. An Introduction. Tomaso Subini (ricercatore presso l’Università degli Studi di Milano), esperto in questo campo, ne ha scritto una presentazione e ha curato la traduzione del saggio: Alcune tendenze nell’analisi del film religioso. È un serio contributo di metodo all’interno di un ambito di studi che vede coinvolte più discipline: i “religious studies” e i “film studies”.

 

 

Il secondo saggio è una puntuale ricognizione sulle fonti che stanno alle spalle del film televisivo di Roberto Rossellini Agostino d’Ippona. Ne è artefice Alessandro Stile, ricercatore presso il CNR di Napoli all’Istituto per la Storia del Pensiero Filosofico e Scientifico Moderno. Il testo non si limita al confronto con il corpus agostiniano, ma va a indagare nei contributi che un consulente particolare come padre Carlo Cremona ha dato in fase di progettazione e di sceneggiatura, ipotizzando interessi ancora più alti nei confronti di quel film da riscoprire.

 

L’ultima analisi è quella che la giovane ricercatrice Silvia Vincis ha fatto sui film diretti da Liv Ullmann. Quello che pubblichiamo è un primo contributo da parte di Vincis su quella grande figura del cinema scandinavo che è stata ed è Liv Ullmann: a fianco dello studio, è in atto un contatto personale che si arricchisce di incontro in incontro di nuove scoperte, intuizioni critiche, confidenze. 

 

 

In Cineforum è Livio Marchese (anche lui giovane ricercatore nell’ambito cinematografico) a guidarci in un percorso a ritroso nel cinema di Clint Eastwood, partendo dall’ultima sua fatica, Gran Torino. Visto che è considerato unanimemente il “film testamento” dell’attore-regista, il saggio ci permette di riscoprire le costanti tematiche e stilistiche di un’intera carriera, lette alla luce dell’attuale pellicola che ne esce arricchita di ulteriori valori. 

 

 

Buona lettura. 
 

 

 

La Redazione