E’ IN LIBRERIA IL N. 174 DI CABIRIA – STUDI DI CINEMA :“ITALIA ’50: LO SCHERMO CAMBIA” E’ IL FILO CONDUTTORE DEI SAGGI CHE COMPAIONO NEL LABORATORIO DI QUESTO FASCICOLO DELLA RIVISTA

E’ IN LIBRERIA IL N. 174 DI CABIRIA – STUDI DI CINEMA :“ITALIA ’50: LO SCHERMO CAMBIA” E’ IL FILO CONDUTTORE DEI SAGGI CHE COMPAIONO NEL LABORATORIO DI QUESTO FASCICOLO DELLA RIVISTA

 

CABIRIA STUDI DI CINENA 174

Gli anni Cinquanta del secolo scorso comportarono in Italia un radicale cambiamento nella fruizione cinematografica: il colore cominciò ad affermarsi in modo capillare attraverso cortometraggi , documentari, short pubblicitari e i “filmini” domestici; lo schermo si allargava sino a superare il doppio della sua base in una serie di declinazioni”scope” dalle differenti proporzioni ; il 3D tentò inutilmente di dare profondità alle immagini visive , mentre l’applicazione della stereofonia riuscì a darla a quelle sonore. Sono tutti aspetti che andarono ad incidere sul linguaggio stesso del cinema, trasformando gli elementi del racconto, creando aspettative nel pubblico, riserve nei critici e prudenti aperture da parte degli autori. Nelle storie del cinema non si parla mai a sufficienza di simili argomenti: da qui l’idea di raccogliere nel Laboratorio di questo numero di Cabiria –Studi di Cinema i contributi di un gruppo di giovani ricercatori che si distinguono nel panorama editoriale e accademico italiano per questa loro specifica competenza. Sono Federico Pierotti (Prima di Totò a colori. Il passaggio al colore nel cortometraggio italiano: 1949-1952), Elena Gipponi(«È tanto più bello!». I cineamatori italiani e il colore), Federico Vitella (3-D o 2-D? Questo è il problema) e Paola Valentini (Suoni plastici: il cinema italiano del dopoguerra e la stereofonia). Ai loro contributi si affiancano nel laboratorio quelli del direttore Marco Vanelli (Mater Dei. L’esperimento dimenticato), Vittorio Giacci (Alle origini di Mater Dei), Nunziante Valoroso( Ulisse in SuperScope ),Alberto Anile(Totò Exploitation. Dal Ferraniacolor al 3D: l’attore più comico del mondo usato come cavia per le nuove tecnologie). Nella sezione Analisi Carla Cassarini inizia, poi, una ricognizione su alcuni soggetti di Cesare Zavattini legati alla sua terra e in particolare al Po. Nella sezione Cineforum, infine, ci si sofferma su due pellicole che meritano più di una riflessione, “La quinta stagione” e “Post tenebras lux”.