Doppio appuntamento milanese con Abdherramane Sissako Presidente di giuria al Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina
Uno dei cineasti più apprezzati nella sua Africa e uno dei più conosciuti nel vecchio continente dove vive, Abderrahmane Sissako è arrivato alle sette giornate del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America latina in veste di presidente di giuria. A lui e agli altri due giurati il merito di aver selezionato come lungometraggio vincitore “The Storm Makers: Ceux qui amènent la tempête” (2015). Ma il regista mauritano ha anche presenziato l’8 maggio al Festival Center all’incontro con il pubblico l’“Ora del tè” e ha partecipato il giorno seguente allo spazio Oberdan al masterclass condotto dal critico cinematografico Giuseppe Gariazzo. “Sono commosso – ha rivelato il cineasta africano – di essere qui dove ho mosso i primi passi: tornare a casa è sempre bello”. Il masterclass, in collaborazione con Milano Film Network, si è rivelato una ghiotta occasione – anche per gli studenti della settima arte – per ripercorrere la sua carriera, dal primo cortometraggio, “Le Jeu”, presentato nel 1991 alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes (e anche al Festival milanese l’anno seguente), per dialogare sui temi, sullo stile e sulle ossessioni del suo cinema. Prima dell’incontro è stato proiettato il film “La vie sur Terre” del 1998, realizzato a Sokolo, il villaggio di suo padre in Mali che ha ottenuto un premio al Taormina International Film Festival. Un’attenzione particolare è stata posta sul suo ultimo film “Timbuktu” (2014), candidato all’Oscar come miglior film straniero, già vincitore lo scorso anno del Premio della Giuria Ecumenica a Cannes e di 7 César. “Il cinema è un linguaggio – ha risposto Sissako alla domanda sul perché filmasse – per essere compreso e intrattenere una conversazione. Ma il film è anche un viaggio, uno scambio. Ha a che fare con la vita anche se fare cinema non è indispensabile”.