CORSO DI STORIA E CRITICA DEL CINEMA AL CENTRO SACCO DI RIONERO IN VULTURE

CORSO DI STORIA E CRITICA DEL CINEMA AL CENTRO SACCO DI RIONERO IN VULTURE

 

E’ ORGANIZZATO DALL’ UNIVERSITA’ UNILABOR CON LA COLLABORAZIONE DEL CINECLUB VITTORIO DE SICA.NELLA SERATA CONCLUSIVA PROIEZIONE DEL FILM “GLI ULTIMI” DI DAVID MARIA TUROLDO

 

Dopo la confortante esperienza dello scorso anno accademico, l’Università UNILABOR delle TRE ETA’ – presieduto dalla prof. Pina Cervellino – Chiara Lostaglio (CineClub “Vittorio De Sica”) tiene dal 31 ottobre un corso di Storia e Critica del Cinema presso il Centro Sociale “P. Sacco” di Rionero. Si proseguirà, dunque, nell’appassionante viaggio attraverso la secolare storia del cinema, arricchito da interventi sulla decodificazione del linguaggio cinematografico, della critica e del giudizio etico ed estetico che scaturirà dal confronto. In particolare, si tratteranno aspetti narrativi (le origini del cinema, soggetto e sceneggiatura, il narratore, lo spazio del racconto, il tempo del racconto) e generi cinematografici (melodramma, commedia, musical, avventuroso, western, film di guerra, poliziesco e noir, film di gangster, fantastico). Il corso di Storia e Critica del Cinema sarà concluso dalla visione di un film rarissimo, appena recuperato dal “De Sica”, “Gli Ultimi” scritto da padre David Maria Turoldo , girato in Friuli nell’inverno del 1962. E’ la storia di una povera famiglia di contadini all’indomani della terribile crisi del 1929, raccontata attraverso lo sguardo di un ragazzo di dieci anni, Checo. La realizzazione di questo film, uscito nel pieno del boom economico, si deve al coraggio ed alla tenacia del compianto poeta David Maria Turoldo che riuscì a coinvolgere nel progetto Vito Pandolfi per la regia (musiche di Carlo Rustichelli). Il film fu interpretato da un ragazzino di Nomadelfia e da attori non professionisti scelti fra la gente dei paesi dove il film fu girato, fra cui il fratello dello stesso Turoldo. “Di assoluta severità estetica” : così giudicò il film Pier Paolo Pasolini, mentre per Ungaretti fu “Schietta e alta poesia”.