Cominciano lunedì 25 ottobre le proiezioni del Cineforum di Lecce

cardFCominciano lunedì 25 ottobre le proiezioni del Cineforum di Lecce, rinnovato dal 2010 in Spaziocineforum e giunto alla 57° edizionee, con la prima parte comprendente 8 proiezioni fino a dicembre (la seconda parte, come di consueto, da gennaio 2011 andrà fino a maggio). Il programma “Attraversando il nuovo cinema italiano” intende individuare le nuove forme di “impegno” nelle accezioni attuali del nostro cinema. Non solo quindi la presa diretta sulla realtà (sorta di neo-neorealismo del filone drammatico sociale), ma anche il superamento di questa linea con un approccio che spesso altera – almeno in apparenza – i termini di lettura abituali delle storie, presentando una diversione dal crudo realismo. Un sogno, un’avventura dello spirito o una fantasia possono cercare nuovi percorsi di comprensione del senso sfuggente del vero? La ricerca è sul nuovo “giovane cinema italiano” (in gran parte opere prime), indipendente e ricco di proposte di lettura trasversale, al limite di un apparente disimpegno. Non fuga nell’evasione (malgrado la persistenza della forma commedia), ma riflessione sul disagio e sulla precarietà esistenziale nella nostra società.

 

locandinaE’ Una notte blu cobalto, del cineasta siciliano Daniele Gangemi, il film che apre la rassegna il 25 ottobre, premiato come opera prima al 42° Worldfest di Houston nel Texas. Indipendente, opera prima di giovane autore, distribuito in sole 15 copie, è il film-manifesto del programma, perché ben disimpegnato dalle angustie dello stretto realismo. E’ infatti tra sogno e realtà che si snoda il percorso in scooter del protagonista (il bravo Corrado Fortuna di My name is Tanino) – riferimento  alla vespa di Moretti in  Caro diario – in una (sola) notte a Catania.

PROGRAMMAZIONE A SEGUIRE:

Inedita opera prima anche “Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio” (8 novembre), film del 2010 di Isotta Toso, già aiuto per Notturno bus di Davide Marengo. Un condominio multietnico nel cuore dell’Esquilino a Roma – con la sua stratificazione di razze e culture diverse –  è lo spazio elettivo dello scontro/incontro tra molteplici e contrastanti interessi. Ma un delitto – perchè la storia è anche un giallo – porta a compimento una forma di ricomposizione. Quasi un pasticciaccio gaddiano che va verso una soluzione accettabile…

Il programma procede il 15  novembre con “Le quattro volte di Michelangelo Frammartino,” prodotto e passato in anteprima a Cannes nel 2010. Distribuito solo in pochissime sale, l’importante seconda prova di Frammartino gode di un’attenzione della critica notevole, e si presta a molteplici suggestioni sulle possibilità della riflessione mediante il linguaggio cinematografico. L’opera è una sinfonia pastorale in quattro movimenti, e mette in scena diverse forme di esistenza come metafora e sguardo poetico sulla vita e la natura.

E’ per il 22 novembre “Una canzone per te”, diretto nel 2010 da Herbert Simone Paragnani, autore anche di soggetto e sceneggiatura (suo il soggetto di Generazione 1000 euro del 2009). E’ una teen comedy che scorre agevolmente tra musica, scuola, amori di liceali, e non sarebbe lontana dalle notti prima degli esami se non fosse per una trovata di fantasia: poter rivivere ancora una volta l’unità temporale di un giorno, per rimediare a qualcosa di irrimediabile che si è compiuto. Ma il destino può cambiare le carte in tavola nella seconda prova, aprendo così spazi inattesi.

Viene riproposto il 29 novembre “La pecora nera”, primo film di Ascanio Celestini del 2010, già passato nella recente Mostra Cinematografica di Venezia e nelle sale cittadine. “Al manicomio ce stanno i matti…” dice Celestini, uno dei massimi affabulatori teatrali sulla scena, la banalità dell’affermazione ci porta subito fuori dai generi noti: nel film le cose più che accadere nel tempo esistono semplicemente tutte insieme nella mente, e generano il mondo intorno a noi. Fenomenologia dell’essere e cognizione poetica del dolore di vivere. Se l’ambiente in cui si svolge La pecora nera di Celestini è un vero reclusorio, non ci trasmette però l’angoscia claustrofobica che riesce a instillarci il film  di Daniele Gaglianone, Pietro, in programma il 6 dicembre. Pietro è solo lievemente minorato, ma subisce tutta l’oppressione del suo mondo pur “libero”. Una storia di dolore dura e irrimediabile, non mitigata da pietismo o da  speranza di redenzione. E’ l’unico titolo italiano premiato all’ultimo Locarno.

“Io sono l’amore” di Luca Guadagnino (13 dicembre) presenta il personaggio di una donna russa, algida come solo tilda swinton può essere, che vive tra gli oggetti dorati in una dimora dell’alta borghesia milanese. Ma Emma (è la protagonista) tenterà di liberare almeno due dei suoi tre figli e poi libererà se stessa, scoprendo natura, amore e libertà – oltre  che alta cucina – con Antonio, amico del figlio Edoardo, chef raffinato ma di basse origini. Un duro prezzo da pagare sarà il conto conclusivo del dramma.

Uscito a dicembre del 2009, ma totalmente trascurato dal botteghino, il primo film di Marco Campogiani, “La cosa giusta”, conclude il 20 dicembre la prima parte del programma del cineforum. Due poliziotti, uno giovane e quasi idealista (Eugenio di Paolo Briguglia), l’altro anziano e cinico (Duccio di Ennio Fantastichini), hanno l’incarico di sorvegliare un sospetto terrorista improvvidamente rilasciato dal carcere. Dalla diffidenza alla fiducia… l’argomento è noto, e lo scorrere della narrazione non fa che confermare le aspettative, ma qualcosa può alla fine essere imprevedibile, e lasciarci giusti interrogativi sulla distanza da mantenere con l’”altro”.

 

Le proiezioni si terranno da quest’anno presso la sala  del cine-teatro Antoniano, in via Monte San Michele, in un unico spettacolo alle 20,30. Saranno offerte degustazioni (Cantina Vecchia Torre di Leveranno e Snack Café di Lecce). L’ingresso è ancora a 5 euro, ridotto a 3 euro per i soci.