Serata di cultura cinematografica di elevato spessore giovedì 31 gennaio a partire dalle 17.00 nella Biblioteca Fortunato di Rionero in Vulture. Un giovane regista lucano innamorato del Cinema anni ’60 del secolo scorso, Rocco Talucci ha presentato il documentario “Ritratto di sceneggiatore in un interno” che mette a fuoco la personalità del grande Enrico Medioli, il coltissimo sceneggiatore che ha contribuito a rendere immortale il cinema di Luchino Visconti, di Valerio Zurlini ma anche di Sergio Leone, di Vittorio Caprioli, Bolognini e altri. E il titolo del documentario presentato agli oltre cento appassionati rimanda al capolavoro di Luchino Visconti, di cui Medioli scrisse la sceneggiatura, con l’interpretazione di un immenso Burt Lancaster e la divina Silvana Mangano (Gruppo di famiglia di un interno, 1974).
Una lezione di Cinema e nel contempo un omaggio a quelle sequenze immortali, per iniziativa dell’Unilabor “E. Cervellino” con il CineClub “Vittorio De Sica”- Cinit, nell’ambito delle lezioni di letteratura coadiuvate dal Cinema che diede una impronta alla cultura del nostro tempo. La preside Pina Cervellino ha infatti sottolineato tali aspetti, evidenziando intellettuali prestati alla scrittura di opere mitiche come appunto lo era Enrico Medioli, uomo timido e cultore di classici, che spaziava da Proust a Dante a D’Annunzio, un pozzo di erudizioni che sapeva ben rappresentare, grazie a cineasti che empaticamente leggevano e giravano con suprema intensità emotiva. Su questa linea verte la discussione imbastita con il giovane regista Talucci da parte di Chiara Lostaglio (da anni impegnata nelle attività di Cinema come attrice e studiosa con il CineClub “De Sica”) che ha dialogato con il regista di Venosa, nell’incontro moderato dal giornalista e docente Unilabor Donato Mazzeo.
Ha portato il suo saluto anche la presidente del Consiglio comunale di Rionero in Vulture, Rossella Brenna. Una serata che ha appassionato non soltanto i cultori di cinema, portando alla ribalta la figura (ignota ai più) di Enrico Medioli, protagonista del film documentario di Talucci che è stato presentato qualche anno fa in anteprima nazionale al 56º Festival dei 2Mondi di Spoleto. Nel film, vincendo la sua celebre riservatezza, Medioli racconta la sua vita e le sue sceneggiature, attraverso ricordi intelligenti e ironici, dipingendo così il ritratto di quegli anni che hanno rappresentato una grande pagina della storia culturale italiana. Nato a Parma, allievo del poeta Attilio Bertolucci (padre dei registi Bernardo e Giuseppe) ha firmato soggetto e sceneggiatura di sette film di Luchino Visconti: Medioli ha anche collaborato con altri importanti cineasti, fra cui Valerio Zurlini (per il capolavoro “La prima notte di quiete” con Alain Delon), Sergio Leone (“C’era una volta in America” intriso di poetica e tragedia), Mauro Bolognini, Alberto Lattuada, Pasquale Festa Campanile , Vittorio Caprioli e Liliana Cavani. Ha vinto il Nastro d’Argento nel 1961 per la sceneggiatura di Rocco e i suoi fratelli e nel 1969 ha ottenuto una candidatura all’Oscar con La caduta degli Dei, entrambi appunto diretti da Visconti. Per il piccolo schermo ha sceneggiato La Certosa di Parma (1982), I promessi sposi (1989) e Cime tempestose (2004).
Sollecitato dalle domande di Chiara Lostaglio su aneddoti e profili del cinema di quegli anni, Talucci ha saputo mettere in luce la grande intelligenza di quei cineasti che il mondo ci invidia, i quali hanno fatto tesoro della capacità espressiva di personalità di grande cultura come Medioli, Suso Cecchi D’amico e pochi altri. Ma Talucci ha anche esposto, con un pizzico di rammarico, le difficoltà di realizzare oggi documentari d’autore, essendo questo un settore di nicchia e poco redditizio per l’industria cinematografica, mentre invece avrebbe una funzione didattica e civile per nulla trascurabile. Ma Talucci insiste su questa strada: si intitola A.A. professione attrice il suo ultimo film, un racconto sulla immensa attrice Adriana Asti, sui suoi incontri artistici avuti nel suo lavoro, con testimonianze vivaci su una attrice (ma anche autrice) che ancora si spende sulla scena, e rende grande la cultura italiana. “Negli anni 60′ – ha concluso Chiara Lostaglio – si vive la stagione d’oro del cinema italiano celebrato nel mondo, la Commedia, dopo il Neorealismo la stagione più amata da registi del calibro di Scorsese, Ford Coppola, Woody Allen , Al Pacino, De Niro, Clint Eastwood a Dustin Hoffman. Enrico Medioli la definì “l’età di Pericle””