La porta del cielo, pellicola di indiscusso valore artistico e tematico, perfettamente inserita nel percorso creativo di De Sica e Zavattini, invisibile per tanti anni, è stato finalmente restaurata dall’ Officina della Comunicazione (partner Cineteca Nazionale e Azione Cattolica). A margine del 16° Congresso del Cinit Cineforum Italiano, che festeggia con due anni di ritardo causa pandemia il mezzo secolo di vita, venerdì 2 dicembre alle 20,45 il film sarà proiettato a Mestre nella Sala conferenze del Centro Culturale Candiani. La porta del cielo, al di là del suo valore intrinseco, è un film che ha un peso specifico per la storia della sua realizzazione, per le avventure umane che vi stanno dietro . Prodotto dalla Orbis Universalia, su commissione dal Centro Cattolico Cinematografico, La porta del cielo, uscito fortunosamente nel 1945, venne girato durante l’occupazione nazista di Roma. Anche l ’allora Segretario di Stato Vaticano, Giovanni Battista Montini, futuro Paolo vi, andò sul set per seguire la lavorazione. <>. Da un lato La Porta del cielo testimonia per prima del nuovo modo di De Sica e Zavattini di raccontare storie di gente comune scelte tra chi fa il pellegrinaggio in treno per andare a chiedere una grazia al santuario di Loreto, dall’ altro documenta anche una spiritualità cristiana incarnata nel quotidiano e messa alla prova dalla realtà bellica sempre più incombente. La didascalia iniziale («Durante la prigionia di Roma, lottando contro difficoltà di ogni genere, uomini del cinematografo italiano realizzarono questo film sospinti dal desiderio di servire, con l’arte, la fede cristiana»)contiene una verità che ritroveremo di lì a poco nei capolavori neorealisti come Ladri di biciclette o Umberto D.: i drammi e le tragedie di tanta povera gente calpestata dalla storia – orfani, disoccupati, pensionati, senza tetto – sono delle viae crucis contemporanee. Gesù non sta solo nel tabernacolo, ma nelle strade delle città. La passione di Cristo non può non essere il paradigma con cui leggere la realtà. La proiezione della pellicola, ad ingresso libero sino ad esaurimento dei posti, sarà introdotta da Marco Vanelli, direttore della rivista Cabiria Studi di cinema, e dallo storico del cinema Gianluca della Maggiore.