56 Cineforum – Secondo gruppo
Con un po’ di ritardo riprende da martedì 9 febbraio la programmazione del Cineforum di Lecce, diventato ora "Spazio Cineforum", sempre associato al Cinit nazionale. L’appuntamento è al cityplex Santalucia con i soliti due spettacoli, alle 18.30 e alle 21.15, ingresso 5 euro ridotto a 4 per studenti e soci Cinit.
Dodici i film del secondo gruppo con un omaggio finale, il 18 maggio, al regista Gianfranco Mingozzi, scomparso lo scorso anno, che al Salento ha dedicato un significativo capitolo della sua carriera.
Anche la seconda parte inizia con un film musicale: dopo "I love Radio Rock" che ha inaugurato questa 56ma stagione, ecco "Across the universe" di Julie Taymor, con 33 canzoni dei Beatles nella colonna sonora, non semplice commento ma filo narrativo di una storia d’amore. Si canta seguendo la storia ma soprattutto si resta affascinati dalla capacità di questa regista, così visionaria e allo stesso tempo ancorata alla realtà (intesa come Storia, che si ripete, che scorre), di inventare quadri e creare emozionanti percorsi mentali per associazioni di idee.
Spazio all’Italia già con il secondo film, "Dieci inverni" (16 febbraio) dell’esordiente Valerio Mieli, che in 10 quadri e attraverso sentieri nascosti (e una struggente ballata di Capossela) racconta l’evoluzione di un rapporto. Con due interpreti straordinari, Michele Riondino e Isabella Ragonese.
Tocca poi, il 23 febbraio, a "Il mio amico Eric", film con cui Ken Loach rende omaggio alla sua "altra" grande passione, il calcio. Su sceneggiatura del fidato Paul Laverty, una commedia incentrata sulla figura e sul talento di Eric Cantona, nei panni di se stesso.
Ancora un giovane italiano, Claudio Noce, premiatissimo per i suoi corti e documentari, è al suo esordio nel lungometraggio con "Good morning Aman" (23 febbraio), dove mette a confronto un ventenne e un quarantenne, il somalo Aman (Said Sabrie) e l’ex pugile Teodoro (Valerio Mastandrea), che provano a unire le loro solitudini, intravedendo un modo per guardare avanti e chiudere i conti con il proprio passato.
Uno dei film più belli, in assoluto, di questa stagione, è "Il nastro bianco" (9 marzo) dell’austriaco Michael Haneke (autore che il Cineforum ha sempre seguito), metafora universale del Male verso cui l’uomo può spingersi nei confronti del proprio prossimo. Già trionfatore a Cannes e ora in corsa per l’Oscar.
Al documentario il Cineforum riserva due serate: quella del 16 marzo con "Di me cosa ne sai" di Valerio Jalongo, inchiesta che cerca di andare alla radice della crisi del cinema italiano, attraverso testimonianze e preziosi materiali d’archivio, e quella del 23 con la riproposta di "La rabbia", analisi lirica, lucida e polemica dei fenomeni e conflitti socio-politici del mondo moderno firmata da Pier Paolo Pasolini nel 1963 e ricostruita nel 2008 da Giuseppe Bertolucci che ci restituisce la parte iniziale di 16 minuti che il regista fu costretto a tagliare.
Si torna alle scottanti problematiche dei nostri giorni con "Welcome" del francese Philippe Lioret (30 marzo), che con deciso impegno civile affronta il tema dell’immigrazione clandestina e della durezza con cui la si combatte. E con "Marpiccolo" di Alessandro Di Robilant (20 aprile), interamente ambientato al Paolo VI di Taranto, un quartiere avvelenato dall’inquinamento e dalla criminalità. Uno di quei posti dove è difficile crescere senza farsi risucchiare, come accade al giovanissimo protagonista Tiziano (Giulio Beranek): famiglia con problemi, poca scuola e lavoretti per un boss locale (il sempre più bravo Michele Riondino).
Non poteva mancare "Lebanon" (27 aprile), primo lungometraggio del regista israeliano Samuel Maoz, vincitore del Leone d’oro all’ultimo festival di Venezia. Il film è autobiografico: Maoz, autore anche della sceneggiatura, durante la guerra del Libano aveva vent’anni e faceva parte dell’equipaggio di un carro armato. Gli ci sono voluti 25 anni per trovare il distacco e la forza per raccontare quell’esperienza traumatica e dolorosa. Esperienza che ha voluto rappresentare in modo soggettivo e immersivo, inchiodando la narrazione all’interno del mezzo corazzato con il mirino come unico sguardo possibile sull’esterno.
Penultimo film in cartellone, "Ricky" di François Ozon (4 maggio), altro regista particolarmente amato dal Cineforum. Elogio della diversità in chiave squisitamente laica, il film è una favola antica intrisa di elementi di realtà dura e cruda.
A chiudere, prima dell’omaggio a Mingozzi, è chiamato un altro giovane esordiente italiano, Claudio Giovannesi con "La casa sulle nuvole" (11 maggio) sul rapporto tra padri e figli (due fratelli interpretati da Adriano Giannini e Emanuele Bosi), sul distacco e la lontananza, sul perdersi e ritrovarsi, secondo il ritmo di quelle esperienze che sono patrimonio comune di tutti gli esseri umani.